LA SERATA COL RABBINO

Il volto vero e la figura da rabbino con la kippah sul capo e la barba lunga, lo stare ed il parlare da religioso, sicuro del suo Dio, unico, come è unico il nostro, era bello e tipico ebreo come appare dalla fotografia.
Elia Richetti Don Piero lo ha salutato, come di moda oggi nella Chiesa Cattolica, come nostro fratello maggiore cui lui ha risposto con un sorriso di soddisfazione.
Ci ha parlato delle tredici definizioni di Dio e dei 627 precetti che deve seguire un buon ebreo per essere buono e questa matematica dei numeri di Dio, ad un peccatore come me, è sembrata una eccessiva umanizzazione dell’Essere abbastanza limitante.
Qualcuno ha fatto una domanda imbarazzante seguita da una non risposta.
La domanda era come fossero compatibili due religioni di cui una predicava od accettava l’occhio per occhio dente per dente e l’altra predicava di porgere l’altra guancia ad ogni ceffone ricevuto.

Elia Richetti

Quando un rabbino non vuol dare o non sa dare una risposta, ci ha detto, si difende facendo all’interlocutore un’altra domanda.
E lui l’ha fatta.
Susseguentemente ad un incauto socio che ha chiamato gli Israeliani Ebrei, il Rabbino ha fatto un rimprovero ed ha dato una risposta di sottile arte politica, facendo un distinguo tra stato di Israele ed i suoi abitanti.
Essendo lo stato di Israele costituito solo parzialmente da ebrei di religione ( molti si dichiarano atei ), si possono avere opinioni diverse tra ebrei ed israeliani nei confronti del litigio israelo-palestinese.
E non ha dato la sua opinione o la sua versione dei fatti.
E questa è la cronaca della serata.
E’ con la intransigenza che pian piano si fanno anche le guerre perché si è dato a Dio la responsabilità delle guerre stesse essendo l’altro il Dio cattivo e solo il nostro quello buono.
Per me, e lo sottolineo solo per me, è mancato quel afflato multireligioso che si era verificato in quella scandalosamente bella preghiera comune ad Assisi.
Nella città e nella Chiesa di Francesco ogni rappresentante delle varie religioni pregò il suo Dio, visto sì coi suoi occhiali, ma in empatia con gli altri che Lo vedevano con lenti di altri colori.
Se non fosse stata così sarebbe stata inutile la preghiera, anzi sarebbe stato deleterio il pensare che mentre uno pregava il suo Dio biasimava il co-orante inginocchiato vicino a sé e chiedeva al Suo di perdonare l’altro che continuava a non capire.
Ma ci addentriamo nel misterioso, nel personale e, per qualcuno, anche nel pericoloso, per cui mi fermo qui.
E’ stata una bella serata come è bella una giornata che costringe a far ronzare i cervelli in cui si impara, ci si confronta e si cerca di capire.
Qualche assente è stato a casa a vedere la TV mantenendo così la propria opinione o meglio quella del proprio giornale o della propria televisione.
Si tratta di scegliere.

    Pierluigi Pagliarani