STORIA DI UNA SCARPA

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Sergio Rossi e Gustavo Girotti

Venerdì, 21 gennaio, invitato dal Presidente del Rotary Club di Cesena architetto Domenico Gustavo Girotti, Sergio Rossi leader nel settore della scarpa di lusso femminile a livello mondiale ha presentato la "Storia di una scarpa". Oggi, sono due i tesori che San Mauro Pascoli rivendica: il grande poeta Giovanni Pascoli e l'industria della calzatura che dagli anni '60 si è lanciata alla conquista dei mercati mondiali. Dal momento in cui gli accessori sono divenuti parte integrante della moda la calzatura femminile ha trovato il suo boom. Sergio Rossi, Pollini, Baldinini e Quinto Casadei ne sono gli esponenti per l'alta classe e il lusso che non temono per ora concorrenti.
Sergio Rossi con molta modestia presenta le varie fasi della lavorazione di una scarpa nell'ambito di una sua filosofia dell'eleganza, modernità e femminilità che l'hanno portato ad avere negozi di vendita nelle più importanti città del mondo. Dalla tomaia, con il modello di carta, al taglio della pelle, alla giuntatura, premontatura, sistemazione del fondo e le varie operazioni di montaggio fino alla costruzione del tacco e alle finiture si tratta di una serie di operazioni che esigono una sapienza artigianale che non può essere improvvisata, né sostituita da attrezzature a tecnologia avanzata.
Conta l'equilibrata postura del piede che non scarichi tutto il peso in avanti, per evitare rischi fatali alla spina dorsale con conseguenze deleterie anche per la cervicale.
Sergio Rossi racconta di avere ereditato dal padre queste conoscenze che l'hanno portato alla creazione di modelli di stile e qualità.
Il dibattito che ne è seguito ha posto in primo piano i problemi che agitano un settore professionale così complesso.
I rapporti tra scarpa e moda diventano più stringenti dagli anni '90, quando l'industria degli accessori diventa preminente. Basti pensare a Versace, Moschino, Dolce & Gabbana. Vengono indicazioni di massima dal Centro moda su pelli e colori per l'annata, ma poi i grandi stilisti mettono la loro impronta personale. Una osservazione da fare è che gli stilisti vendono le idee, ma la scarpa è fatta dalla forma. Ci sono anche eccessi spericolati, estremismi, come nelle sfilate di moda fatte per attirare l'attenzione, ma il cliente sceglie ciò che è più opportuno, nei tacchi a spillo come nelle scarpe a punta. I costi alti sono in relazione alla qualità della scarpa e soprattutto al fatto che l'appoggio deve essere perfetto su tutto il corpo.
La concorrenza è molto rischiosa per il settore della produzione di massa, fatta a macchina e per i costi della mano d'opera, ma non per la scarpa di lusso che esige una esperienza raffinata negli anni.
Non si può copiare allo stesso tempo una scarpa perfettamente calzante e allo stesso tempo elegante. La creatività personale ne è il segreto. Mancano la fantasia e il buon gusto e anche se si riesce a copiare alla perfezione c'è un risultato freddo.
Le sfilate di Milano dominano il settore e nella scarpa di lusso femminile il nostro mercato non teme confronti a nessun livello.

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