INFLUENZA AVIARE

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Stefano Cinotti

"Non mi preoccupa ciò che ha detto la stampa. È stata l'incapacità delle Istituzioni di prendere posizione quello che più mi ha sconcertato". Così si è espresso il professor Stefano Cinotti, preside della facoltà di veterinaria dell'Università di Bologna, a conclusione del suo intervento alla conviviale del Rotary club di Cesena dedicata al tema dell'influenza aviaria, svoltasi venerdì scorso.
"Col freddo di questi ultimi giorni - ha continuato il docente bolognese - dovrebbero essere terminate le migrazioni delle diverse specie di anatre che dal nord Europa scendono verso l'Italia. Per il prossimo inverno il pericolo di trasmissione del virus agli allevamenti italiani. Comunque, allo stato attuale, si tratta solo una questione di carattere veterinario. A livello dell'Unione europea si sta facendo di tutto per tenere sotto controllo il virus che viene affrontato con le cautele del caso".
Il relatore ha anche ricordato come nel recente caso della Bse, la mucca pazza, alle pessimistiche previsioni formulate su modelli matematici che avevano stimato in 240 mila le vittime possibili in tutto il mondo a causa del morbo, in realtà ci furono solo 151 decessi dovuti alla malattia dei bovini. Allo stesso modo paiono del tutto infondate le previsioni allarmistiche che in questi ultimi mesi hanno calamitato l'attenzione dell'opinione pubblica. "In ogni caso - ha aggiunto Cinotti - il virus è termolabile e a 70 gradi diventa innocuo. Quindi, attualmente, ci sono rischi assai modesti per la popolazione, gli stessi che ci sono con tutti gli altri alimenti, di fronte ai quali non è mai possibile escludere rischi per la salute".
Fra i diversi operatori del settore presenti presso il ristorante Casali è emerso come l'intero comparto avicolo non sappia adeguatamente curare i rapporti col mondo dell'informazione. D'altro canto, sono fondati i timori per una sostanziale contrazione dei posti di lavoro se i consumi dovessero mantenersi ai livelli delle ultime settimane.

    Franco Pieri

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