UN AVVENTURA: SPORT E MEDICINA

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Il tema che la dott.ssa Chiara Biasioli del Centro trasfusionale, socia del Rotary Club di Cesena, sotto la presidenza di Sanzio Gentili ha svolto all’Hotel Casali il 22 settembre, ha avuto due versanti molto personalizzati.

Chiara Biasioli

Il primo è la storia di un periodo esaltante del basket femminile a Cesena, nell’Unicar, di cui era medico sportivo, la sua “avventura”.
Il secondo è il problema del doping che invade il mondo delle attività sportive.
Sappiamo tutti che il basketball, o palla cesto, pallacanestro per noi, nacque in America per opporre alla forza atletica e bruta del calcio l’agilità e l’intelligenza nell’andare a canestro sopra i tre metri con una mobilità impressionante nel servire il cestista che solitamente supera i due metri di altezza.
La Biasioli, da parte sua, del basket femminile esalta lo spirito agonistico senza pari.
Senz’altro ne possiamo ammirare l’eleganza della mobilità.
Nel periodo che va dall’88 al ‘90 l’Unicar di Cesena riuscì ad imporsi nei campionati europei.
Chiara Biasioli ne scorre personaggi e vicende, le difficoltà nei viaggi anche in paesi sperduti dell’Est, i costi insostenibili per una squadra che non abbia un retroterra di migliaia di adepti e incredibili sponsorizzazioni.
Si sofferma sui problemi di Clarissa Davis, l’atleta americana che veniva colta da allergie a primavera, da combattere con preparati medici al limite del tollerabile.
Si aprono una serie di problemi.
Che cos’è una sostanza dopante nel mondo sportivo di professionisti e dilettanti? Fermiamoci a minime nostre definizioni.
Si cerca di aumentare le prestazioni in gara, con un incremento artificiale della performance e metodi potenzialmente pericolosi alla salute dell’atleta.
Il modello medico si ferma all’idea di salute dell’uomo macchina.

Però ci sono angoscie, sfiducia e paure che incidono sulla prestazione e sulla competizione con se stessi.
Capita, dal bambino all’uomo adulto,anche fuori dallo sport. La formazione psicologica aiuta a cercare le ragioni del disagio relazionale con se stessi e con gli altri. Bisogna sottolineare che ci sono valori che la prestazione non potrà e non dovrà mai superare. L’eriproietina, o epo, la più usata ora tra i prodotti dopanti, è un ormone della crescita che favorisce la produzione di globuli rossi e di emoglobina aumentando il trasporto dell’ossigeno ai muscoli. Le anfetamine elevano la soglia dell’eccitazione e riducono la percezione della fatica. La caffeina brucia gli acidi grassi. C’è un mercato spaventoso di questi prodotti e le sanzioni non sono sempre uniformi nei vari paesi e non ben controllabili anche nel campo della giurisprudenza. La dott.ssa Biasioli ricorda sorridendo l’effetto placebo col suo coktail di acqua, limone e succo di lampone che colorava il tutto. Il colore è un incentivo. Oggi ci vuole e c’è ben altro anche a livello di dilettantismo. Siamo sempre nel campo degli stupefacenti più pericolosi.

    Pietro Castagnoli
www.webalice.it/castagnoli.pietro