IL ROTARY ALL'ABBAZIA DEL MONTE

Venerdì, 12 dicembre il Rotary Club di Cesena si è incontrato nei locali restaurati dei sotterranei ora adibiti a refettorio dell'Abbazia del Monte con il Priore Dom Fabrizio Cicchetti che ha illustrato da storico militante il tema " I benedettini nella storia".

Fabrizio Messina Cicchetti

Non è la prima volta che il Rotary di Cesena è ospitato all'Abbazia del Monte.
Già nel giugno del 2001 con il padre abate Dom Luigi Crippa fu consegnato il Praemium Sancti Benedicti con una partecipazione europea di Club.
Presidente allora fu il compianto Augusto Calzolari.
Dom Luigi Crippa da poco giunto a Cesena nel Natale del 1997 onorò il Club con una visita personale trattando il problema della famiglia.
Ora Presidente è Maurizio Tortolone.
Ha tenuto a precisare che quelli che il popolino chiama i "frati del Monte" in realtà sono monaci nel vero senso della parola e i cesenati al Monte si trovano a casa loro.
Basti pensare alla raccolta plurisecolare degli ex voto per grazie ricevute da Santa Maria del Monte.
Nel nostro dialetto non c'è l'equivalente del termine monaco.
Il giovane Priore Dom Fabrizio ha una lunga esperienza di vita monastica e di studio fin da quando fu ordinato sacerdote a Palermo il 28 giugno del 2000 e al suo arrivo a Cesena l'8 ottobre del 2007.
Purtroppo i monaci ora sono soltanto sette, ma saldamente legati alla nostra Abbazia.
Il monaco benedettino tende a legarsi ai luoghi della sua testimonianza.
Il monachesimo occidentale ha il suo modello nella Regola di San Benedetto incentrata sull'uomo nella sua concretezza che con la preghiera si ricongiunge a Dio, con la lectio divina cerca una risposta nei vangeli, con il lavoro quotidiano scandisce la sua giornata in modo da non cadere in ozio e provvedere alla sua vita.
Ora et labora, prega e lavora è il motto che riassume i 73 capitoli di una Regola che dal 534 ha dialogato fino ad oggi con le culture più diverse nei vari paesi del mondo sotto i quattro pilastri della preghiera comune, personale, studio e lavoro.
È una sintesi dinamica di ciò che si poté salvare nella crisi più radicale della società antica e che si ripresenta ogni volta in forme nuove nelle situazioni di crisi personali e di civiltà.
I monaci non hanno salvato solo nelle loro biblioteche la cultura del passato, ma hanno cercato di salvare ciò che vi è di più importante secondo una Regola che li accomuna e ne equilibra gli sforzi.
È un modello umano per il quale la santità si conquista ogni giorno, con gioia.
Da Norcia, a Subiaco e a Montecassino alla fine del VI secolo Benedetto pose le basi attraverso difficoltà di ogni genere per una ricostruzione continua, interiore e comunitaria, di questo modello di vita.
Più volte l'Abbazia di Montecassino è stata distrutta, ma sempre ricostruita nel corso dei secoli fino all'ultima guerra.
Anche l'ordine ha trovato profonde testimonianze di vita intellettuale e spirituale con le sue diramazioni.
La loro è una cultura pratica di bonifica del territorio e di salute secondo il principio che la vita è un dono da curare e rispettare.
Ogni monastero ha una foresteria per i pellegrini con cultura dell'ospitalità e dell'accoglienza.
L'Abbazia di Cesena ha nel suo cuore il culto mariano e da ogni parte il 15 agosto si celebra con una venerazione che fin dal Quattrocento è testimoniata nella raccolta straordinaria di ex-voto per le grazie ricevute.
Durante l'ultima guerra le sue cantine hanno accolto otre 700 rifugiati che si sono salvati nonostante i furiosi bombardamenti che l'hanno colpita in pieno.
Dom Odo Connestabile per due volte nel '42 portò in salvo in Svizzera famiglie di ebrei.
Dopo l'alluvione di Firenze i monaci del Laboratorio di restauro del libro si sono prodigati per salvare i codici devastati.
Resta in tutti il rispetto per una forma monastica che si apre per incontrare " chiunque tu sia".
Non per niente una Società degli Amici del Monte segue da decenni le attività del Monastero.
Il Presidente del Rotary Club Maurizio Tortolone ha offerto una somma per le riparazioni del tetto cui bisogna provvedere quanto prima.

    Pietro Castagnoli