BELPIETRO AL ROTARY DI CESENA

Venerdì,25 settembre all'Hotel Casali,il dott. Maurizio Belpietro ha parlato del ruolo della stampa in un contesto democratico in relazione alla situazione italiana.
Maurizio Belpietro è direttore di Libero ed ha un curriculum di tutto rispetto sia come giornalista che come commentatore politico dal 1975 ad oggi con le esperienze in numerose testate nazionali compreso il Giornale che fu fondato da Indro Montanelli ed ora è diretto da Vittorio Feltri.
Il Rotary è sempre stato luogo di incontri, aperto alla libera e pubblica discussione nel senso più elevato, cioè critico, e bene ha fatto il Presidente Norberto Annunziata ad invitare un personaggio centrale nella battaglia in corso sulla democrazia mediatica.
Gli amici rotariani e i loro invitati ne hanno colto il segno.
Da molto tempo non si aveva una partecipazione di soci e invitati così estesa e qualificata.
Il Presidente ha ringraziato il dott. Belpietro per il viaggio da Milano e ne ha sottolineato le qualità professionali, di coerenza ed esaustività.
Il mestiere di giornalista oggi è in crisi e anche la carta stampata è in difficoltà come prodotto cartaceo rispetto alla Tv e ad Internet.
Il processo è in corso in tutto il mondo.
Il Termine usato da Belpietro è "appannamento" e colpisce la dimensione politica.
Gli attacchi sono alla persona e non a quello che si scrive.
Il primo esempio riportato è quello di Luigi Nuzzi, l'autore di "Vaticano SPA", un libro che mette a fuoco le manovre del dopo IOR, per le manovre finanziarie della banca vaticana dopo Marcinkus.
Il libro parte da una documentazione oggettiva, ma la campagna di intercettazioni capillare e insidiosa a livello anche familiare sa di persecuzione.
È un giornalista di Libero che viene preso di mira come non è successo per altre situazioni che coinvolgono personaggi politici di primo piano della sinistra e che Belpietro elenca.
In questo caso si tratta di "strabismo" di fronte ad un giornalista che ha il dovere di diffondere notizie e informazioni tratte da fonti autorevoli.
Perché le querele colpiscono una certa parte, con richieste di risarcimento enormi, specie per i giudici rispetto ai giornalisti e sono taciute, mentre si suona la grancassa se si cita un personaggio che vuol fare il moralizzatore e invece ha una storia personale non immacolata, riconosciuta da un tribunale? E perché si continua ad insultare con "10 domande" un Presidente del Consiglio per una presunta storia con una ragazzina e feste private, con una amplificazione e reiterazione infinita a più voci? Sono campagne di stampa ad personam che alla lunga stancano senza ottenere l'effetto sperato.
L'esposizione di Belpietro è chiara e pacata e la conclusione è l'invito ad abbassare i toni per una informazione che si risolve soltanto in attacchi personali e trascura le situazioni di fatto.
È un invito che si conclude con gli applausi calorosi dei presenti.
Le domande di chiarificazione fioccano: Belpietro con Libero si sarebbe schierato contro Feltri per il caso Boffo? Come nel caso Nuzzi non si tratta di colpire la Chiesa, ma chi fa il falso moralizzatore e tradisce l'essere cristiani.
Perché un giornalismo di destra è sempre tiepido e si muove come reazione? L'egemonia culturale di sinistra oggi deve fare i conti con giornalisti giovani che si muovono con una vivacità molto diversa, non sono più i giapponesi dimenticati nell'isola.
C'è un blocco di giornali che fanno capo al cosiddetto gruppo dell'Espresso e che invadono anche il Nord-est, mentre a destra le testate si contano sulle dita.
Dov'è il bavaglio? Un'altra domanda: che bisogno aveva Berlusconi di querelare la Repubblica e Ezio De Mauro? Non è una mossa sbagliata? Se non ha nulla da nascondere di che si preoccupa? Si tratta di chiudere in tribunale una vertenza che rivela obbiettivi lontani.
Una domanda più generale: perché giornali come il Corriere della Sera non si servono di giornalisti più preparati in campo scientifico nel diffondere notizie riguardanti un settore delicato come la salute? Non si guarda più all'effetto rispetto a quello che si scrive a partire dai titoli? È un problema che riguarda una volgarizzazione scientifica.
Belpietro afferma che per quel che lo riguarda si documenta a lungo e con esperti di fronte a problemi di questo tipo.
La nemica è la fretta.
Paolo Morelli del Carlino confessa di aver raccolto querele a carrettate per il suo lavoro, ma sempre vinte.
Per Belpietro i giornalisti non vengono tutelati come i giudici e si tratta di intimidazioni.
Non vale la pena replicare per risarcimenti.
Un ultima domanda è sull'eredità Agnelli, grande e simpatico personaggio che se ha portato capitali all'estero è comunque un evasore fiscale.
Si vedrà perché la vertenza è in fieri.
A mezzanotte il dibattito è concluso e il dott. Belpietro riprende il cammino per Milano con l'elefantino malatestiano che il presidente gli ha donato come ricordo.
Non potrà visitare la Malatestiana, ma porta con sé il detto inciso sull'elefantino che ricorda altre battaglie del Quattrocento, che "Elefas culices non timet", L'elefante non teme le zanzare, che nasconde una grande battaglia culturale umanistica, per la liberazione dell'uomo, molto simile a quella odierna.
    Pietro Castagnoli
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